sabato 2 marzo 2013

CHI CI CREDE?


Titolo provocatorio, dovuto all’evidenza che in questo settore capita spesso di incontrare dei San Tommaso.

La premessa che faccio a questo articolo è che tratterà di un argomento delicato e potrei dire “di nicchia”, ma dato che so, per averne parlato con la Neurochirurga che segue mia figlia, che lei non è l’unica che va incontro a questi episodi, ritengo utile un confronto.

E' da tanto tempo che nostra figlia presenta sintomi neurologici, si tratta di crisi di forte dolore al capo che si accompagna principalmente ad ipertono, marezzatura del volto, deglutizioni ripetute e successivo vomito a getto.

Tempo fa, dopo aver escluso l'epilessia, avevamo ritenuto che queste crisi fossero ascrivibili a problematiche articolari della temporo-mandibolare, in effetti una volta rimessa in equilibrio quell'articolazione attraverso l'Osteopatia per un certo periodo non si sono ripresentate.
In seguito ci sono stati episodi sporadici, curati sempre dall'Ostepata.

Da settembre queste crisi si ripresentano ogni tre settimane circa.

La più critica è capitata appena prima di Natale quando, venerdì pomeriggio, il sistema idraulico di nostra figlia si è bloccato: dopo due giorni di malessere, aumentando il mal di testa e gli episodi di vomito, su sua specifica richiesta l'abbiamo portata dall'Osteopata Biodinamico che la segue da due anni, il Dott. Pietro La Macchia di Manfredonia.
Lui ha confermato che il flusso del liquor era pressoché fermo, cosa che io già sapevo non solo per averlo intuito dai sintomi, ma anche per aver verificato che la valvola, una volta svuotata, impiegava moltissimo tempo a riempirsi (manovra che ho appreso dalla Neurochirurga).

Pietro l'ha trattata riuscendo a far ripartire il flusso liquorale, i sintomi (dolore, nausea e vomito) si sono affievoliti fino a scomparire, E. è tornata al completo benessere nel giro di un paio d'ore!
"L 'effetto di questo trattamento durerà 12 ore"- così ci ha detto Pietro, e ha confermato la nostra idea di rivolgerci ad un centro neurochirugico in tempi brevi. Questo è successo alle 20:00 del venerdì sera.

Il sabato mattina alle 8:00, puntuale come un orologio, E. ha ricominciato a vomitare!

Vi confesso che quando ho visto che la valvolina si presentava concava, completamente svuotata, ero pressoché in panico, ma per fortuna un vomito più violento degli altri ha sbloccato la situazione: lei ha detto subito di stare meglio e infatti ha ripreso il suo colorito naturale e un controllo sulla valvola mi ha mostrato che si riempiva regolarmente.
 
Dopo aver assistito a quel forte vomito ho riflettuto sulla possibilità che la manovra di Valsalva, o manovra di compensazione (quella che si fa quando si hanno le orecchie tappate chiudendo il naso e la bocca e spingendo forte l'aria come per forzarla ad uscire), attraverso l’aumento della pressione addominale e toracica, che si riflette anche sulla pressione liquorale, potesse ottenere lo stesso effetto di sblocco prevenendo molti vomiti, così gliel’ho insegnata e alla prima occasione, che si è presentata il giorno dopo, domenica,  quando ha cominciato a mostrare i sintomi della crisi, prima che stesse troppo male l’ha messa in pratica e ha in effetti funzionato!!

La manovra di Valsalva non è propriamente un “tocco di salute”, ha delle controindicazioni, ma vomitare per due giorni è senz’altro peggio!

Dopo tre giorni, il mercoledì, è stata visitata dalla sua Neurochirurga che trovandola in buone condizioni ha escluso la necessità di intervenire chirurgicamente. Poiché abitiamo lontano da quell’Ospedale lei ci ha tranquillizzato dicendoci che in caso di ulteriori problematiche ci sarà tempo a sufficienza affinché possiamo spostarci ed intervenire prima che E. subisca dei danni. 
Questo però non rende più spensierata la nostra vita: le crisi continuano a presentarsi e a noi sembra di vivere come se avessimo la spada di Damocle sospesa sul capo!
La cosa peggiore sono le notti: riuscite ad immaginare quanto sia difficile dormire sapendo che la propria figlia da un momento all'altro potrebbe stare così male? C’è il rischio che il vomito venga aspirato! C’è poi il fatto che in passato, mentre era ricoverata in Ospedale, per due volte è stata operata d’urgenza perché la situazione era precipitata nel giro di poche ore, quindi non ci sentiamo sicuri che questo non possa capitare nuovamente. 
I rischi sono molti, chi ci è passato lo sa, ma immagino che anche gli altri possano provare a figurarsi cosa significhi vivere così. 

A chiunque può capitare un incidente o una malattia, ma è raro che una persona abbia continuamente di questi pensieri, a noi succede più volte al giorno: è inevitabile che la preoccupazione ci prenda ogni volta che E. assume e si ferma in una posizione simile a quella che la vede irrigidirsi durante le crisi.
L’unica consolazione che abbiamo è che E., come tutti i bambini, ha una buona capacità di recupero e appena smette di soffrire riprende la sua meravigliosa solarità.

A quanto ne so episodi di malfunzionamento, per cause diverse, possono occorrere a tutti i bambini con idrocefalo derivato, a nostra figlia succede perché lei ha un idrocefalo complesso e complicato da ventriculite (infezione all’interno dei ventricoli: i “serbatoi" nei quali il liquor si forma) che ha causato un'alterazione della morfologia dei ventricoli stessi che ora presentano dei sepimenti che, come delle "tende", fluttuano nel liquor e possono ostruire i cateteri di derivazione, ossia i tubicini del sistema idraulico che le sono stati impiantati per far defluire il liquor in eccesso.
Nonostante questa situazione vada avanti da molto tempo, il parere della Neurochiruga è che non si debba operare se non nel momento in cui diventi davvero indispensabile, d’altra parte un riposizionamento dei cateteri non garantirebbe che i sintomi non si ripresentassero in futuro, proprio per la particolare situazione anatomica dei ventricoli di nostra figlia.

Un aiuto concreto ci viene ancora una volta dal Dott. La Macchia che recentemente mi ha insegnato la manovra che serve per far ripartire il flusso del liquor, l’ho usata durante l’ultimo episodio, aiutata da E. stessa che per fortuna è in grado di dirmi se sto facendo la cosa giusta o no, e ha funzionato, ci sono riuscita! 
Occorrono tecnica, concentrazione, manualità e grande sensibilità al tatto, ma caspita, il mal di testa svanisce come per miracolo e con esso anche gli altri sintomi! 

Oggi non posso fare a meno di domandarmi se avendo la possibilità di curarla fin da subito con queste tecniche avremmo potuto evitarle tanti interventi di Neurochirurgia, mi domando anche se ora che finalmente anche in Italia l'Osteopatia entra di diritto nella Medicina Ufficiale cominceremo a trovare queste figure professionali in tutti gli Ospedali, anche nei reparti di Neonatologia. 

So che in Italia gli Osteopati Biodinamici sono ancora molto pochi, se io potessi partirei domani stesso per gli Stati Uniti per specializzarmi, per questo spero che la nostra testimonianza favorisca la scelta di molti Fisioterapisti verso questo percorso: abbiamo bisogno di terapie efficaci! Abbiamo bisogno di terapie che rispettino i nostri bambini (e non solo loro) e che siano basate su studi neurologici approfonditi più che sulla consuetudine.


Come sempre sono aperta ai vostri commenti, sul blog o privatamente, come preferite.

venerdì 22 febbraio 2013

GLI ANGELI DI PADRE PIO

Io non sono fatta per questo mondo che vive nella fretta,
che mastica indifferentemente ogni cosa, buona o cattiva, senza assaporare, 
che non ascolta, 
che si lascia impressionare dalla superficie
e non si dà il tempo di scoprire cosa ci sia sotto.

Il qualunquismo è ovunque, la Passione è rara! 

Quando trovo nelle persone la passione per il proprio lavoro io ne sono rallegrata, ma quando la trovo in coloro che si occupano di bambini, in chi riesce a sorridere mostrando ad altri la foto di un piccolo che non c'è più, in chi sa stringere gli altri in un abbraccio anche senza abbracciare, anche senza parlare, allora ne sono anche commossa e sospiro di sollievo e non mi sento più sola a combattere contro i mulini a vento come Don Chisciotte.

Quando trovo la Passione in una Oculista, che dice di fare ormai un altro lavoro, in una Neuropsichiatra che trova sempre la cosa migliore da dire e in una Fisiatra che crede nella tecnologia e nel futuro e vorrebbe che questo futuro fosse già alla portata di tutti, e gratis, che vi devo dire? Io ne sono conquistata e tifo per loro a gran voce!

Tutto questo l'ho trovato a San Giovanni Rotondo, in un centro che si chiama "Gli Angeli di Padre Pio", date un'occhiata e quando siete nella pagina clickate su presidi di riabilitazione extra ospedaliera a ciclo continuativo  fondazionecentripadrepio





martedì 22 gennaio 2013

Sul Crosystem

AGGIORNAMENTO 

Come ho avuto modo di scrivere altrove, ormai da quasi un anno E. non fa più sedute di Crosystem per sua stessa scelta: le ultime 3 volte abbiamo provato sui polpacci e sugli adduttori, ma lei dopo un po' si è messa a piangere e ha detto che le faceva male la testa!

Mia figlia è una bambina molto motivata e centrata, sente cosa le fa bene e cosa no, ogni volta che ha rifiutato qualcosa ha sempre avuto delle buone ragioni, perciò al momento il mio giudizio sul Crosytem, nonostante gli effetti fisici davvero notevoli sperimentati in passato, rimane sospeso, in attesa di avere più conoscenze su ciò che accade a livello centrale durante la sua applicazione.

Sarebbe interessante ed auspicabile eseguire una RMN dinamica cerebrale durante la stimolazione con Crosystem per chiarire meglio il suo effetto.

giovedì 17 gennaio 2013

Riabilitazione Neurologica 2 - Digressione

Premetto che in questo post c'è molto da leggere e che è il frutto di esperienze dirette, lunghe meditazioni, osservazioni, letture e confronti con diversi specialisti. 





Lavorare su ossa, muscoli, tendini e articolazioni è relativamente semplice e a seconda delle esigenze si può fare con terapie strumentali, chirugiche (nel caso dei bambini con PCI con allungamenti e trasposizioni tendinee), farmacologiche (botulino) o manuali.

Nel corso degli anni le terapie che sfruttano i fenomeni fisici hanno avuto un notevole sviluppo: energie elettriche, elettromagnetiche, luminose, sonore e termiche sono state imbrigliate, codificate e sfruttate in svariati modi sotto il nome di elettrostimolazioni, magnetoterapia, laserterapia, ultrasuonoterapia, tecarterapia e via dicendo.
Come tutti gli strumenti terapeutici a nostra disposizione anch'esse possono risultare efficaci, in alcuni casi risolutive, oppure inutili o addirittura dannose. 
Le variabili che conducono ad un buon risultato delle terapie strumentali sono molte, innanzitutto la diagnosi, poi l'individuazione della o delle terapie più idonee, quindi la corretta somministrazione, infine la risposta soggettiva.

Per quanto riguarda i risultati ottenibili con le terapie manuali bisogna mettere in conto un paio di variabili in più: la Valutazione del Fisioterapista, che è uno strumento diverso e distinto dalla Diagnosi medica, e la  manualità dello stesso.
E' consuetudine raggruppare sotto il nome di terapie manuali le manipolazioni, le mobilizzazioni passive ed attivo assistite, alcune tecniche osteopatiche, vari tipi di massaggio terapeutico ed altre ancora.

Come ho detto all'inizio tutte queste terapie agiscono sul corpo e sono utili ed indispensabili quando l'offesa che abbiamo subito sia recente e non abbia alterato il nostro schema corporeo, ma in caso contrario risultano insufficienti e talvolta purtroppo anche dannose. 

Per schema corporeo si intende l'immagine spaziale che ogni persona ha del proprio corpo.

Per meglio spiegare: questa definizione fa riferimento ad una funzione cognitiva complessa che consente di riconoscere l'unicità del proprio corpo, di avere una rappresentazione mentale della sua forma, delle parti che lo compongono, della relazione che intercorre tra esse e della loro posizione nello spazio.
Sono informazioni che il nostro cervello riceve e registra costantemente ma di cui non siamo consapevoli a meno di non prestarvi volontariamente attenzione e com'è facile comprendere sono  fondamentali per il movimento. Come usiamo queste informazioni se non ne siamo coscienti?  Esse sono a disposizione di quello che si può definire il nostro corpo automatico.
Quando abbiamo imparato ad andare in bicicletta, ad esempio, inizialmente abbiamo dovuto pensare ad ogni singolo gesto, ma pian piano ripetendo più volte quei gesti li abbiamo appresi ed abbiamo automatizzato le sequenze di movimenti necessari a pedalare, tanto che ora possiamo farlo senza neanche pensarci. 

Il nostro corpo si muove e "sta" in modo automatico, è per questo che non è sufficiente sapere che dovremmo stare dritti per essere dritti! Ed è per questo che un trattamento non può limitarsi a condurre il corpo del paziente nella direzione della migliore fisiologia possibile, ma deve anche, e in certi casi deve soprattutto, rendere coerente lo schema corporeo del paziente con  i cambiamenti che il trattamento sta apportando.

Nel precedente post ho scritto che uno dei modi per riconoscere una buona Riabilitazione Neurologica è che durante la seduta stessa sia osservabile un' oggettiva riduzione dell'ipertono ed un miglioramento della qualità del movimento e della postura.

Oggi voglio aggiungere che una buona terapia neurologica deve essere in grado di modificare lo schema corporeo in modo da consolidare in breve/brevissimo tempo i risultati ottenuti nel corso del trattamento e cioè integrare a livello centrale ogni nuova acquisizione in modo da non perdere nulla del lavoro fatto.

Qualche tempo fa un papà il cui figlio ha più o meno l'età della nostra e una patologia simile, ma in forma meno invalidante, mi ha scritto che il suo bambino procede con miglioramenti e peggioramenti. 
Gli è stato detto che per questi bambini, per il tipo di patologia che hanno, tutto questo è normale. 
Penso che lui sia proprio un bravo papà e stia facendo di tutto e di più per il suo bambino, tra le altre cose so che stanno provando diversi metodi riabilitativi tra cui anche il crosystem e l'ETC, in affiancamento alla fisioterapia tradizionale.
Come lui molti genitori pensano che fare una scelta più definita, come ad esempio rinunciare alla fisioterapia classica, al botulino o alla chirurgia, possa privare i figli di alcune possibilità, ma quando i metodi hanno approcci e finalità contrastanti non possono convivere con successo!

Cerco di spiegarmi con un esempio: se durante un incidente una persona si procura una lussazione è logico che sia necessario intervenire per ridurla o con le opportune manovre manuali oppure chirurgicamente a seconda della gravità e/o del distretto coinvolto. Poichè prima dell'incidente quella persona godeva di una funzionalità normale e i tempi di immobilità in questi casi di solito sono molto ridotti, gli basterà poco, in termini di tempo e di riabilitazione, per tornare "come prima".

Ma se un bambino con PCI ha un'anca lussata secondo voi sarà applicabile la stessa procedura? 
Spero davvero che a questo punto sia chiaro che la risposta è no: non è possibile che l'intervento e un breve periodo di riabilitazione rivolta al corpo possano curare quel problema. 
Ma perchè mai? Il problema è lo stesso, si tratta di una lussazione, dunque come mai la cura non può essere la stessa?
Il motivo è che il nostro bambino non ha subito un incidente! La sua anca si è lussata non per un trauma, ma per l'uso scorretto che lui ne fa! 

Egli non è in grado di compiere tutti i movimenti che possiamo fare noi perchè davvero non li conosce, non sa che i suoi Arti Inferiori, oltre a piegarsi e distendersi, movimenti di cui non è comunque consapevole, avebbero la possibilità di aprirsi,  chiudersi, ruotare  all'interno e all'esterno.  Il suo schema corporeo si è formato in quel modo secondo delle risposte riflesse, non ha altre informazioni cui attingere fino a quando noi non gliele forniamo.

I muscoli che, in riferimento all'anca, sono maggiormente ipertonici (Ileo-psoas e adduttori) continuando nel tempo ad accorciarsi portano ad uno spostamento della testa del femore che purtroppo culmina con la lussazione.

Ora dovrebbe essere chiaro che gli interventi chirurgici preventivi in questi casi non prevengono alcunchè e che quelli di riduzione della lussazione sono necessari, sì, ma non risolutivi a meno di non essere preceduti ed accompagnati da un trattamento che consenta al bambino di imparare ad usare in modo più fisiologico il suo arto all'interno del complesso dei movimenti che è in grado di compiere e/o delle posture che è in grado di mantenere, apprendimento che ovviamente coinvolge e modifica lo schema corporeo.

Quando siamo stati a Roma dalla terapista esperta di riabilitazione neurocognitiva di cui vi ho parlato (ho già postato il link al suo blog) lei ci ha detto che nessuno dei suoi pazienti ha mai dovuto subire interventi chirurgici di riduzione di lussazione oppure di allungamento tendineo (tranne un caso che era già arrivato alla lussazione) questo per me è perfettamente logico e non richiede un atto di fede: l'ETC agisce in modo ottimale per consentire la riduzione dell'ipertono, l'apprendimento di  posizioni corporee più fisiologiche e conseguentemente di nuovi schemi di movimento.

Per quanto è nelle mie conoscenze nessuno dei metodi usati classicamente ha questo approccio.
Durante le vacanze di Natale ho avuto un bellissimo confronto con un'amica e collega che sta facendo un percorso di formazione secondo il metodo Bobath ( per chi non lo sapesse è il più in voga ormai da alcuni anni), lei mi ha spiegato le innovazioni che sono state apportate ed in effetti risulta che ci siano dei cambiamenti positivi, ma francamente quello che mi ha descritto finora è ancora lontano dal poter essere definito un buon metodo di riabilitazione neurologica. Ciò in cui a mio avviso il Bobath è più carente è la mancanza di strumenti efficaci per la riduzione dell'ipertono e per la valutazione globale del paziente e non è cosa di poco conto!
... Comunque visto che la mia amica non ha ancora terminato il corso, spero che andando avanti possa ricevere una formazione che possa essere davvero utile a lei e ai suoi pazienti.

A volte le cose più semplici sono le più difficili da trovare o da pensare, come l'uovo di Colombo!
In questo caso l'uovo di Colombo si esprime così: l'ipertono aumenta ogni volta che si fa una richiesta di movimento al bambino, dunque per cominciare smettiamo di chiedergli di muoversi! E' semplice e geniale al tempo stesso, non sembra anche a voi?
Sull'efficacia vi rassicuro: nostra figlia nel giro di un mese è cambiata in modo oggettivo. 

Come si applica? Così come suggerito dall'ETC, ossia smettendo di usare parole ed espressioni che rimandino al movimento ed al controllo come "stai dritto", "prendi", "apri", "tieni", "fai (questo o quello)", "alzati", "girati" o simili e usando invece al loro posto parole ed espressioni che conducano al mondo delle sensazioni: "senti, stai attenta perché adesso mamma (o papà o chi per loro) ti mette seduto", se il bambino tende a piegare il busto in avanti o di lato anzichè dirgli di stare dritto gli si chiede "la senti appoggiata la schiena?", se ha il capo inclinato gli si suggerisce "come puoi fare per vederci meglio?", "ti sto appoggiando il piede, lo senti?" e via dicendo.

La difficoltà c'è ed è questa: come ho detto prima il nostro corpo per molte funzioni va in automatico, ma questo accade anche ai nostri pensieri perchè il nostro modo di ragionare segue generalmente gli schemi che abbiamo appreso durante gli anni della formazione ed il linguaggio è una delle espressioni del pensiero! 
Per usare le parole giuste è necessario quindi che effettuiamo una sorta di riprogrammazione su noi stessi.

Non saprei dire se questo per me sia più facile per via del mestiere che faccio, però posso dire che  il papà di E. ogni tanto ancora sbaglia, ad esempio le dice "stai dritta" che è una di quelle cose proprio difficili da evitare di dire, eppure, cari genitori, vale la pena di impegnarsi per mettere in pratica queste indicazioni perchè così possiamo davvero agire per i nostri figli nella direzione del miglioramento.
Il cambiamento sostanzioso ed oggettivo di E. nel corso del primo mese dopo la consulenza con la terapista Fabiana (aprile/maggio dello scorso anno) è avvenuto solo grazie a questo diverso modo di comunicare con lei, perchè per il resto non abbiamo fatto null'altro di diverso in quel periodo.

Non siete ancora convinti dell'importanza di arricchire il mondo delle sensazioni dei nostri bambini? Vi dò un altro buon motivo: accrescere la capacità di sentire, ossia migliorare la propriocezione (percezione di sé), facilita lo sviluppo del linguaggio! 
E ancora: diventare consapevole dei confini del proprio corpo favorisce nel bambino la formazione del carattere, gli consente di uscire dalla simbiosi materna, di desiderare di essere autonomo!
E' dall'inizio che io lavoro in questa direzione con mia figlia, tant'è che già a due anni era abbastanza consapevole del proprio corpo, anche della mano sinistra, la più ipertonica, da stupire la neuropsichiatra infantile che si occupa di lei fin da poco dopo la sua nascita. 
Recentemente un'altra neuropsichiatra che la segue da due anni ha affermato che è eccezionale che lei sappia che quello è proprio il suo corpo perchè di norma questi bambini vivono un rapporto simbiotico con la madre. Ha osservato anche altre cose fuori dal comune, come ad esempio il fatto che quando E. da distesa viene messa seduta non fletta gli arti inferiori che rimangono invece morbidi sul lettino.

Però attenzione: migliorare la propriocezione non significa stimolare a casaccio e nemmeno tentare di desensibilizzare, cose queste che si fanno spesso nelle palestre, significa invece mettere il condizione di sentire meglio!

Mente e corpo sono inscindibili, a mio avviso non esiste dualità e trovo difficile definire riabilitazione ortopedica in contrapposizione a riabilitazione neurologica: dov'è il confine?
Tutto quello che viviamo si inscrive nel nostro corpo, che non mente mai, gli insulti che subiamo, siano essi di natura emotivo/psicologica o fisica, rimangono in noi e c'è modo di leggerli, comprenderli ed agire su di essi (bioenergetica ed RPG). 

Si riabilita la persona, non un'arto o un cervello. 

Poichè non ho avuto una vita facile ho accumulato sufficienti esperienze per imparare che ciascuno di noi per poter essere il miglior se stesso dev'essere sereno, protetto da una dose eccessiva di stress, ma parlando col Dott. Pietro La Macchia (l'osteopata biodinamico che tratta E. da un paio d'anni) ho anche rammentato che dietro a questa intuizione ci sono delle basi scientifiche.

Lui mi ha ricordato che lo stress incide pesantemente sul nostro sistema limbico
che è il complesso delle strutture dell'encefalo che integra le nostre emozioni, gli istinti, i comportamenti modulando il nostro stato affettivo di base e l'ansia, agisce stimolando secrezioni ormonali che influenzano lo stato di vari organi (cuore, vasi sanguigni, colecisti, intestino e vescica). Attiva inoltre la liberazione dello ACTH, un ormone che a livello surrenale stimola la sintesi di ormoni importantissimi per gli equilibri glicemici ed immunitari del nostro organismo (corticosteroidi).
Se avete un bambino affetto da spasticità vi sarete già resi conto che il tono muscolare varia moltissimo in relazione allo stato emotivo, alla stanchezza, allo stress cui è sottoposto, ecco perchè la premura principale che ho sempre avuto riguardo mia figlia è di assicurarle la migliore qualità di vita possibile proteggendola dagli stress inutili.

Quando ho cominciato a prendere informazioni sulle varie terapie disponibili per mia figlia ho saputo anche del centro Adeli in Slovacchia e già leggendo il loro sito mi ero fatta l'opinione che quel tipo di approccio fosse concettualmente sbagliato e troppo stressante sia per i bambini che per le famiglie, oltre che molto costoso.
In seguito ho conosciuto dei genitori che in quel centro ci sono stati e quello che mi hanno descritto mi ha fatto un'impressione anche peggiore!
Questi stessi genitori dopo il nostro incontro hanno cambiato rotta, ora portano il loro bambino dallo stesso nostro osteopata che dispone anche dell'apparecchio Crosystem, e il piccolo è migliorato moltissimo, come dalla notte al giorno, invece prima i risultati che otteneva si perdevano nel giro di alcune settimane.

Come fanno a pretendere di essere riabilitatori neurologici se dopo 2/4 mesi dei progressi ottenuti non rimane che una pallida ombra?
Come si può pensare che non sia faticoso e stressante per i bambini essere sottoposti ad ore ed ore di trattamenti, essere toccati e dovresi relazionare con tante persone diverse, subire e non poter scegliere? 
Per me che sono adulta e ho molte più difese di un bambino sarebbe stressante!
Pensateci, per voi davvero no?

Da tanto penso se scriverlo oppure no e alla fine ho deciso di dirlo: quando il Prof. Filippi mi ha risposto su facebook affermando che secondo lui le terapie del centro Adeli sono delle buone terapie e che è normale che qualche risultato si perda perchè è come per l'allenamento muscolare... bè, dire che sono rimasta delusa è dir poco. 
Più propriamente sono francamente basita.