sabato 18 febbraio 2012

Secondo me è impensabile che siano sufficienti 45/50 minuti tre volte a settimana per  far progredire bambini con compromissioni così serie. 

Ritengo che sia indispensabile che i genitori siano fortemente coinvolti nella riabilitazione, non riproponendo "esercizi di movimento" che per il bambino non hanno alcuno scopo conoscitivo, ma facendo giocare quotidianamente i loro figli, facendoli muovere nel modo più globale possibile affinché sentano il proprio corpo.

A questi bambini nelle palestre di riabilitazione spesso vengono fatte richieste che ad un bambino sano non si farebbero, ma loro non imparano in modo diverso, come tutti i bambini hanno bisogno di guardare ed essere visti, di toccare persone, oggetti, materiali diversi e di essere toccati e di fare queste esperienze essendo presenti, attenti a ciò che stanno facendo, e senza stancarsi. 
Appena è stanca E. ricade negli schemi patologici e continuare a farla lavorare non sarebbe inutile, sarebbe addirittura dannoso, perciò io la faccio giocare poco e spesso. 
Crescere ed organizzarsi è faticoso, imparare è faticoso, lo è per loro così come lo è per noi, non possiamo pretendere dai nostri figli che abbiano capacità di concentrazione superiori alle nostre, che superino i propri limiti. 
E' una questione di rispetto.




Quindi un bel tappeto grande, un cuscino, della buona musica e poche altre cose e quell'appuntamento sarà presto desiderato e non vissuto come un dovere.
Certo non si può fare tutto a caso, è necessario sapere come prenderli in braccio, dove mettere le mani, cosa fare e cosa evitare, per questo è auspicabile che i genitori non siano allontanati dalle palestre, ma anzi imparino la miglior gestione possibile per favorire i progressi dei propri figli.


Spero che quello che scrivo possa interessare o almeno incuriosire e sono disponibile a rispondere alle vostre domande ed anche alle critiche, naturalmente.


cinzia.isotton@gmail.com


-Estratto da qui (clicca)-

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