Secondo me è impensabile che siano
sufficienti 45/50 minuti tre volte a settimana per far progredire
bambini con compromissioni così serie.
Ritengo che sia indispensabile che i genitori siano
fortemente coinvolti nella riabilitazione, non riproponendo "esercizi di movimento" che per il bambino non hanno alcuno scopo conoscitivo,
ma facendo giocare quotidianamente i loro figli, facendoli muovere nel modo più globale possibile affinché sentano il proprio corpo.
A questi bambini nelle palestre di riabilitazione spesso vengono fatte richieste che ad un bambino sano non si farebbero, ma loro non imparano in modo diverso, come tutti i bambini hanno bisogno di guardare ed essere visti, di toccare persone, oggetti, materiali diversi e di essere toccati e di fare queste esperienze essendo presenti, attenti a ciò che stanno facendo, e senza stancarsi.
Appena è stanca E. ricade negli schemi patologici e continuare a farla lavorare non sarebbe inutile, sarebbe addirittura dannoso, perciò io la faccio giocare poco e spesso.
Crescere ed organizzarsi è faticoso, imparare è faticoso, lo è per loro così come lo è per noi, non possiamo pretendere dai nostri figli che abbiano capacità di concentrazione superiori alle nostre, che superino i propri limiti.
E' una questione di rispetto.
Quindi un
bel tappeto grande, un cuscino, della buona musica e poche altre cose e
quell'appuntamento sarà presto desiderato e non vissuto come un
dovere.
Certo non si può fare tutto a caso, è necessario sapere come prenderli in braccio, dove mettere le mani, cosa fare e cosa evitare, per questo è auspicabile che i genitori non siano allontanati dalle palestre, ma anzi imparino la miglior gestione possibile per favorire i progressi dei propri figli.
Spero
che quello che scrivo possa interessare o almeno incuriosire e sono
disponibile a rispondere alle vostre domande ed anche alle critiche,
naturalmente.
cinzia.isotton@gmail.com
-Estratto da qui (clicca)-
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